Una piccola bella storia
di Giovanna Franco Repellini.
Una scuola elementare di Milano: periferia niente male il QT8 ideato nel dopoguerra dall’architetto Piero Bottoni e da una serie di altri maestri dell’architettura. Anche la scuola elementare Luter King è stata progettata da Bottoni e Arrighetti, ma, ahimé, da un po’ era puntellata qua e là in aule e corridoi, e una domenica, per fortuna domenica, è caduto il soffitto.
Oddio dove mandiamo tutti questi bambini? Gran movimenti di mamme, papà e maestre, cosa dice la vicesindaco Scavuzzo, assessore anche all’edilizia scolastica? Abbiamo già fatto l’appalto e ci vogliono diciotto mesi,…ma come diciotto mesi per aggiustare un controsoffitto? Eh si sa le procedure, la tempistica, la soprintendenza, appalti e subappalti ecc. ecc. Intanto mandiamo i bambini all’altra scuola del distretto, che è molto grande e mezza vuota (scuolona costruita degli anni venti per migliaia di bambini) La Cadorna in via Dolci, noi mettiamo a disposizione un pulmino.
Finimondo, si creano gruppi contrapposti di genitori, dibattiti fino a notti inoltrate: da una parte si dice, anzi spesso si urla: ma come una scuola ormai frequentata solo da stranieri, bambini che nemmeno parlano italiano, mamme velate, gente infrequentabile, dall’altra si risponde che gli ingressi sono separati, le classi già formate, la scuola è a posto e la soluzione è comunque provvisoria e se i bambini si incontrano nei corridoi tanto meglio ecc ecc. Molti ritirano i bambini, altri protestano fin che possono e la maggior parte si trasferisce. Come ho detto i due ingressi sono separati in due vie diverse e ognuno ha un giardino molto trascurato.
Un gruppo di mamme e papà neoarrivati decidono di mettere a posto il giardino del proprio ingresso: pulire i vialetti invasi dal fango, raccogliere una serie di rottami accumulati, comperare parecchi bulbi da far piantare ai bambini. Successo: il giardino cambia faccia, ma allora perché non sistemare anche l’altro? La preside è d’accordo e avverte. Arrivano mail furenti, “andate a fare le pulizie a casa di chi sporca tutto se ne frega e non ha nessuna cura…” ripartono le chat infuocate. Arriva il giorno delle pulizie e bella sorpresa mamme e papà arabi sono lì con le scope e le palette e tutti insieme fanno una gran pulizia. Clima allegro e la settimana dopo ancora insieme a piantare i bulbi.
Una bella storia no? Di grande soddisfazione in fondo basta poco, un pensiero gentile. Però e c’è un bel però, i bambini e gli abitanti del QT8 rivogliono la loro scuola progettata da Bottoni, e il Comune (che appare latitante) non deve pensare di sfangarsela così lasciando andare in malora un edificio che fa parte della storia del quartiere. Mi raccomando cara Scavuzzo.