UN MONDO SENZA TEATRO E’ UN MONDO SENZA VITA di Francesca Grassi
Intervento di Francesca Grassi, Fondazione Paolo Grassi-la voce della cultura, in occasione della tavola rotonda del 10 ottobre 2024 A SCUOLA CON IL TEATRO
Si dice sempre che il teatro è vita. E la vita è teatro.Fin dalla nascita della Fondazione Paolo Grassi-la voce della cultura abbiamo ritenuto fondamentale portare l’educazione al teatro e allo spettacolo nella scuola.
Il Teatro è l’educazione più completa; coinvolge corpo, voce, tatto, vista, udito, emotività, creatività, mente e nel medesimo tempo richiede un gran rigore e una forte disciplina.Un processo ludico/teatrale che crea forti legami tra il singolo individuo e il gruppo determinando un comportamento personale più cosciente e responsabile, stimolando una fitta rete di relazioni reciproche, scoprendo talvolta talenti sconosciuti e inespressi.Un meccanismo che porta ad una crescita e una formazione non soltanto culturale, ma anche sociale, civile e politica.Ultimamente abbiamo dedicato la nostra attenzione con progetti specifici per la scuola primaria con l’obiettivo di esaltare le qualità del singolo aiutandolo ad inserirsi, tramite il mezzo teatrale, all’interno di un positivo contesto di gruppo sviluppando delle capacità creative di improvvisazione.
I bambini sono lavagne bianche sulle quali puoi scrivere stimolando la loro fantasia per una partecipazione e una attenzione incredibili.Hanno sete di imparare, di sapere, di scoprire nuove materie, di creare con le loro mani dando vita e colore a materiali riciclati per mettere sul palcoscenico personaggi rivisitati dalla loro fantasia. Il teatro è un movimento a tutto tondo che ci permette di far crescere questi bambini in nuove dimensioni e dare loro la possibilità di avere una mente poliedrica per aprirsi a questo mondo attuale che tanto li ha costretti tra muri isolati soprattutto durante la pandemia.
Il teatro è una forma di CONDIVISIONE. Parola che significa stare insieme, condividere spazi, momenti, pensieri, atti e progetti. Condividere vuole anche significare l’unione delle periferie al centro città. Non devono esistere pesi diversi per classificare i municipi di Milano. Chi vive in periferia è comunque parte integrante della città senza nessuna differenza. Il significato di questa parola si esprime meglio aiutando chi non conosce e non vive le nostre tradizioni, come molti che hanno lasciato i loro Paesi per vivere nella nostra società. Condividere è quando entri in un teatro; condividi la sala, il buio, il silenzio, l’attenzione, l’ascolto, l’applauso a quel magico spazio che è il palcoscenico dove si sta svolgendo quell’atto d’amore che il teatro mette in scena ogni sera con umiltà, rigore, professionalità e passione. I mestieri del teatro sono condivisione; regista, drammaturgo, scenografo, costumista, attore, musicista tutti insieme per un unico risultato finale; lo spettacolo. Condivisione anche tra i bambini che sono uniti tra loro da un unico fine, apprendere ciò che non si conosce e che affascina.
Il teatro insegna il rispetto tra compagni, il silenzio e la capacità di intervenire quando è consentito. Ogni progetto della Fondazione nasce da una prima considerazione: anche i cittadini più piccoli hanno il diritto a partecipare all’arte in tutte le sue forme ed espressioni, a poterne fruire, a praticare esperienze culturali e condividerle con la famiglia, le strutture educative, la comunità, al di là delle condizioni economiche e sociali di appartenenza. I bambini, infatti, sono troppo spesso citati come “cittadini di domani”, si riserva loro importanza in quanto strategico investimento sul futuro della comunità/città/Paese, non considerandoli anche come portatori di diritti, interessi e bisogni nel presente.In ragione di questo l’ultimo progetto “Storia in marcia” nasce per investire su percorsi di educazione non formale, verso i temi dell’arte e della cultura, per sviluppare senso civico e crescere cittadini di domani più consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri; e si rivolge invece ai bambini in quanto “cittadini di oggi”, sostenendo la loro cittadinanza attiva nel presente, attraverso la partecipazione culturale. L’iniziativa mira a ridurre le distanze fra scuola e quartiere e tra periferia e centro, alimentando un positivo scambio tra diverse aree della città, utilizzando il linguaggio artistico come collante sociale e puntando alla riscoperta e rigenerazione di luoghi significativi del panorama culturale milanese.
Il fulcro del progetto è l’implementazione di laboratori in orario curricolare ai partecipanti consapevoli rispetto al proprio inalienabile diritto di esplorare e vivere lo spazio dell’infanzia in armonia con l’ambiente che li circonda. I laboratori partono dal proposito di recuperare e rinnovare un’antica tradizione espressiva, da sempre amata dai piccoli e caratterizzata da una singolare immediatezza di espressione: il teatro del burattino.
I bambini e le bambine, guidati da professionisti del settore e divisi per gruppi di lavoro, hanno l’opportunità di portare avanti in una dimensione protetta, ludica e collettiva un approfondimento tematico su diritti fondamentali dei minori, con focus specifico sul diritto al gioco e alla libertà di espressione mettendo alla prova la propria inventiva, e a dando vita a personaggi e storie attraverso l’uso delle proprie mani, intese come strumento primario e immediato di creazione e movimentazione teatrale. I bambini diventano protagonisti attivi di una vivacità̀ di pensiero e testimoni di un riavvicinamento alla manualità̀, risorsa fondamentale per liberare le capacitàespressive soprattutto nei soggetti più̀ fragili che vengono stimolati a interagire con i loro compagni e facilitati nel partecipare alle attività da un mezzo di espressione che non si limita unicamente al canale verbale.
Un mondo senza Teatro è un mondo senza vita.